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Indulto per chi ha ammazzato due bambini

Posted in Assassini, Reati su Minori on ottobre 13, 2006 by verderame

La Procura Generale di Perugia non ricorrerà in cassazione per quanto riguarda la sentenza dalla Corte d’assise d’appello del capoluogo umbro, che ha concesso grazie all’indulto, lo sconto pena di tre anni a Luigi Chiatti. La motivazione adottata dalla Corte d’assise d’appello nell’applicare lo sconto di pena al cosiddetto ”mostro di Foligno” è stata infatti ritenuta tecnicamente corretta sotto il profilo giuridico dall’Ufficio guidato da Giancarlo Armati.

La decisione di non impugnare il provvedimento e’ stata presa dalla procura generale dopo avere vagliato a lungo e con attenzione il provvedimento. Una decisione, come appreso questa mattina in Procura, alla quale i magistrati sono arrivati dopo aver vagliato attentamente e a lungo le motivazioni fornite dalla Corte. Motivazioni ritenute dalla procura Generale, guidata da Giancarlo Armati, dal punto di vista tecnico e giuridico corrette anche se dal punto di vista sostanziale possono suscitare delle perplessità.

Luigi Chiatti venne condannato a 30 anni di reclusione dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Perugia che gli riconobbero la seminfermità di mente. In particolare l’omicidio di Simone Allegretti, di 4 anni, fu sanzionato con 22 anni di carcere e all’imputato fu contestata l’aggravante dei «vecchi» atti di libidine violenta. Altri otto anni gli vennero inflitti «in continuazione» per l’omicidio di Lorenzo Paolucci, di13 anni, e per altri reati satellite tra cui il sequestro di persona e occultamento di cadavere.

Secondo quanto scrivono i giudici della corte d’assise d’appello di Perugia (presidente Salvatore Emanuele Medoro, consigliere relatore Silvio Magrini Alunno) nelle motivazioni dell’ordinanza, Luigi Chiatti può beneficiare dell’indulto «per tutti i reati satellite (omicidio Paolucci, sequestro di persona ed occultamento di cadavere) per i quali ha riportato un aumento di pena di 8 anni di reclusione, posto che nessuno di tali reati è ricompreso tra gli esclusi dal beneficio».

Secondo la Corte, inoltre, l’omicidio volontario aggravato commesso da Chiatti nei confronti del piccolo Simone Allegretti, «costituisce un reato complesso, composto da un delitto base (l’omicidio volontario) compreso nel decreto di clemenza e, come circostanza aggravante, dal delitto di atti di libidine violenti, escluso dal medesimo decreto». Non sarebbe sostenibile quindi, un’interpretazione secondo la quale il reato sessuale esclude l’applicazione dell’indulto anche quando esso costituisce mera circostanza aggravante, perchè la legge 241 (indulto), pur prevedendo espressamente quali circostanze aggravanti, se ricorrenti, escludono l’applicazione del provvedimento, non vi esclude nessun reato sessuale«.

La Procura Generale di Perugia, in merito a questo ultimo punto, avrebbe vagliato in queste ore anche la possibilità di appellarsi alla Corte Costituzionale. Una decisione però messa da parte poichè il ricorso rimarrebbe comunque privo di rilevanza per quanto attiene la concessione dell’indulto a Chiatti che ne potrebbe comunque beneficiare in relazione all’omicidio di Lorenzo Paolucci e gli altri reati satelliti.